A due anni di distanza dall’uscita di “Stanley Kubrick e me”, un’amica fotografa mi ha chiesto di raccontarle il lavoro dietro la stesura del libro e fare un bilancio dell’esperienza.
Nella chiacchierata racconto a Marina quale era per me il vero cuore pulsante di questa storia, cosa è successo alle varie presentazioni e incontri che io ed Emilio D’Alessandro abbiamo fatto in giro per l’Italia e – cosa che stranamente nessuno dei giornalisti mi ha mai chiesto – quale è stato il metodo di lavoro per trasformare trent’anni di vita e centinaia di fotografie in una storia da raccontare.
Poiché Marina non ha il minimo interesse verso il cinema di Kubrick ma ha comunque trovato la lettura di “Stanley Kubrick e me” appassionante, ne è uscita fuori una conversazione scanzonata che spero faccia divertire anche voi.
Potete leggere l’intervista sul sito di Marina Raccar. Grazie per l’attenzione.