Stanley si recava a Pinewood ogni giorno per controllare l’andamento dei lavori sui set e per pianificare la produzione di Eyes Wide Shut nel nuovo ufficio. «Posso usare il tuo nome per un negozio?» mi chiese una mattina in automobile; «Feel free» risposi e dopo qualche settimana passeggiando tra le vie della New York ricostruita mi imbattei in un pub dalle tende rosse su cui era scritto CAFFÈ DA EMILIO.
Mi tornò in mente ciò che mi dissero i genitori di Stanley quando li conobbi per la prima volta: sotto il loro appartamento di Los Angeles, lungo Avenue of the Stars, c’era una caffetteria che si chiamava esattamente così; il signor Emilio, un immigrato italiano, offriva un ottimo caffè e i genitori di Stanley si fermavano spesso al suo locale prima di rientrare a casa.
«Ti piace?» mi chiese Stanley indicando la scritta con un sorriso di soddisfazione, per poi voltarsi e tornare a comandare la truppa.
Ho letto il libro di Emilio D’Alessandro: molto interessante e coinvolgente. Grazie Emilio che ricordi il GRANDE Stanley Kubrick che per per me rimane indimenticabile!
Roberto Giuliani
Grazie per il commento, Roberto!
Storia emozionante e degna di un vero e proprio film. Grazie a Emilio e a tutti coloro che hanno portato alla viva luce di noi amanti del Cinema questo incredibile e commovente rapporto di vera amicizia e solidarietà. Grazie!
Grazie!